Domenica 19 gennaio 2025 ore 18,00 Centro della comunità Franco Sgarban Via San Bartolomeo, 24 Ara di Tricesimo
Con: Walter Tomada, Angelo Floramo, Alvise Nodale
C’è uno spettro che da secoli si aggira per il Friuli: è la vena eretica di un popolo che normalmente viene descritto come “salt, onest, lavoradôr”, tutto d’un pezzo e sempre pronto alla cieca osservanza di regole e ruoli imposti da padroni rapaci.
Ad essi ha fatto spesso gioco attribuirgli il ruolo di “sotàn”, di suddito manzonianamente “disposto sempre all’obbedienza”, e fiero della propria disciplina.
Eppure, a ben guardare, gli “irriducibili” sono davvero tanti e attraversano tutte le epoche quasi ci fosse nei friulani un Dna bastiancontrario che affiora quando meno te lo aspetti o, meglio, quando la misura (del buon senso, della giustizia, della decenza) è colma. Tra di loro, ovviamente, ci sono state anche molte donne per cui essere eretiche spesso significava semplicemente voler essere libere.
Il minimo comune denominatore della ribellione è il movente: l’autonomia di pensiero.
Seguendo le tracce di coloro che si sono mossi lungo i secoli “in direzione ostinata e contraria”, si può capire che il senso di indipendenza mentale insito in molti friulani è il sale di una terra che, se è rimasta fedele a se stessa, se ha forgiato e conservato una lingua millenaria, se ha saputo resistere alle onde del destino, a invasioni e catastrofi, lo deve proprio al suo sguardo divergente, spesso libero, uno sguardo friulano.
Posted: Gennaio 6, 2025 by Maurizio Artico
FRIULANI ERETICI – Storia millenaria di disobbedienti irriducibili e bastiancontrari
Domenica 19 gennaio 2025 ore 18,00 Centro della comunità Franco Sgarban Via San Bartolomeo, 24 Ara di Tricesimo
Con: Walter Tomada, Angelo Floramo, Alvise Nodale
C’è uno spettro che da secoli si aggira per il Friuli: è la vena eretica di un popolo che normalmente viene descritto come “salt, onest, lavoradôr”, tutto d’un pezzo e sempre pronto alla cieca osservanza di regole e ruoli imposti da padroni rapaci.
Ad essi ha fatto spesso gioco attribuirgli il ruolo di “sotàn”, di suddito manzonianamente “disposto sempre all’obbedienza”, e fiero della propria disciplina.
Eppure, a ben guardare, gli “irriducibili” sono davvero tanti e attraversano tutte le epoche quasi ci fosse nei friulani un Dna bastiancontrario che affiora quando meno te lo aspetti o, meglio, quando la misura (del buon senso, della giustizia, della decenza) è colma. Tra di loro, ovviamente, ci sono state anche molte donne per cui essere eretiche spesso significava semplicemente voler essere libere.
Il minimo comune denominatore della ribellione è il movente: l’autonomia di pensiero.
Seguendo le tracce di coloro che si sono mossi lungo i secoli “in direzione ostinata e contraria”, si può capire che il senso di indipendenza mentale insito in molti friulani è il sale di una terra che, se è rimasta fedele a se stessa, se ha forgiato e conservato una lingua millenaria, se ha saputo resistere alle onde del destino, a invasioni e catastrofi, lo deve proprio al suo sguardo divergente, spesso libero, uno sguardo friulano.
Category: Incontri, Presentazioni libri
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