Raccolta di poesie di
VINCENZO DELLA MEA
Dialoga con l’autore
MARIO TURELLO
La più recente raccolta di Vincenzo Della Mea pone considerazioni e questioni più generali, che ci impongono di andare al di là della semplice recensione a una novità editoriale. Le poesie che fanno parte della raccolta sono state infatti generate a partire da programmi software basati sull’intelligenza artificiale (afferenti a GPT) e da questo materiale grezzo l’autore ha poi provveduto ad una selezione dei testi per renderli propri. L’espediente creativo adottato da Vincenzo della Mea ripropone all’attenzione del lettore e della critica la disputa, mai completamente risolta e conclusa, fra quali debbano essere i confini e le interazioni “ammissibili” fra la cultura umanistica e la cultura scientifica o, più propriamente in questo caso, la cultura tecnologica, intesa come applicazione pratica delle acquisizioni e delle scoperte scientifiche.
Vincenzo Della Mea:
è professore associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni presso l’Università di Udine. I suoi interessi di ricerca riguardano soprattutto le applicazioni dell’informatica e dell’intelligenza artificiale alla Medicina; insegna sia nei corsi di laurea di Informatica che in quelli di area sanitaria. Oltre a ciò, ha pubblicato alcune raccolte poetiche: L’infanzia di Gödel (La Barca di Babele, 1999), Algoritmi (Lietocolle, 2004 – premio Nelle terre dei Pallavicino 2005), I sogni della guerra (Circolo Culturale Menocchio, 2008), Storie Naturali (Raffaelli Editore, 2016). Nel 2023 ha pubblicato per la collana Gialla di PordenoneLegge la raccolta Clone 2.0, scritta addestrando una rete neurale. Ha organizzato diverse iniziative a cavallo tra scienza e poesia, tra cui l’antologia tematica su poesia e computer Verso i bit (Lietocolle, 2007) e l’evento Il gene di Leopardi (Udine, 2006).
Posted: Ottobre 4, 2024 by Maurizio Artico
CLONE 2.0
Raccolta di poesie di
VINCENZO DELLA MEA
Dialoga con l’autore
MARIO TURELLO
La più recente raccolta di Vincenzo Della Mea pone considerazioni e questioni più generali, che ci impongono di andare al di là della semplice recensione a una novità editoriale. Le poesie che fanno parte della raccolta sono state infatti generate a partire da programmi software basati sull’intelligenza artificiale (afferenti a GPT) e da questo materiale grezzo l’autore ha poi provveduto ad una selezione dei testi per renderli propri. L’espediente creativo adottato da Vincenzo della Mea ripropone all’attenzione del lettore e della critica la disputa, mai completamente risolta e conclusa, fra quali debbano essere i confini e le interazioni “ammissibili” fra la cultura umanistica e la cultura scientifica o, più propriamente in questo caso, la cultura tecnologica, intesa come applicazione pratica delle acquisizioni e delle scoperte scientifiche.
Vincenzo Della Mea:
è professore associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni presso l’Università di Udine. I suoi interessi di ricerca riguardano soprattutto le applicazioni dell’informatica e dell’intelligenza artificiale alla Medicina; insegna sia nei corsi di laurea di Informatica che in quelli di area sanitaria. Oltre a ciò, ha pubblicato alcune raccolte poetiche: L’infanzia di Gödel (La Barca di Babele, 1999), Algoritmi (Lietocolle, 2004 – premio Nelle terre dei Pallavicino 2005), I sogni della guerra (Circolo Culturale Menocchio, 2008), Storie Naturali (Raffaelli Editore, 2016). Nel 2023 ha pubblicato per la collana Gialla di PordenoneLegge la raccolta Clone 2.0, scritta addestrando una rete neurale. Ha organizzato diverse iniziative a cavallo tra scienza e poesia, tra cui l’antologia tematica su poesia e computer Verso i bit (Lietocolle, 2007) e l’evento Il gene di Leopardi (Udine, 2006).
Category: Incontri, Presentazioni libri
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